Intervista a Selma Zouairi vincitrice SUSI 2022

Dove sei stata?

Abbiamo passato il nostro primo mese nella magnifica Michigan State University, o meglio MSU, completamente immersa nel verde del Michigan. Un luogo, quest’ultimo, dove ho potuto sperimentare la tipica vita di uno studente americano all’insegna di lezioni e divertimento con gli amici. Mai dimenticherò le camminate giornaliere di 20 minuti per arrivare alla Brody Hall, la mensa dove oltre ai tipici hamburger e patatine fritte, restavo sorpresa dalla varietà del cibo.

Raccontaci com’è andata

Sono passati oramai passati 6 lunghi mesi dall’indimenticabile giorno in cui ricevetti una delle notizie più belle della mia vita. Mi trovavo nel pieno degli esami universitari sopraffatta dell’ansia e dello stress quando d’improvviso balzai al suono delle notifiche del cellulare. Mai dimenticherò le due piccole lacrime che scesero dai miei occhi appena lessi di essere stata confermata dal Dipartimento di Stato Americano come partecipante dall’Italia per prendere parte al programma in Civic Engagement, rappresentante uno dei miei ambiti preferiti. Non potevo ancora credere al fatto che avrei realizzato uno dei più grandi sogni e che avrei, quindi, trascorso la mia estate immersa nella vera realtà americana.

Rimarrà indelebile nella mia mente la prima volta che, appena scesa dall’aereo che aveva attraversato per 9 lunghe ore il sublime oceano Atlantico, misi piede sul suolo americano, più precisamente l’aeroporto di Detroit dove sarebbe iniziata la mia magnifica avventura. Già dal mio primo contatto con le persone de luogo avevo capito che mi sarei trovata benissimo. Siamo, infatti, sempre stati caldamente accolti tutti coloro che incontravamo non sentendoci mai fuori luogo o incompresi, soprattutto dai nostri coetanei.

Come descriveresti una giornata tipo?

Trascorrevamo i nostri pomeriggi esplorando la bellissima e piccola East Lansing che ogni giorno ci stupiva con qualche nuovo dettaglio, nonostante arrivassimo alla fine della giornata notevolmente stanchi ma soddisfatti e grati di essere protagonisti di una tale avventura ,per poi concludere con un bel film nel basement del college accompagnato da squisiti e grassi pop-corn americani.

Un’avventura, quest’ultima, che mi ha formata sotto tutti i punti di vista. Ho avuto, infatti, la fortuna di poter conoscere persone stupende provenienti di affascinanti nazionalità diverse e con cui ho stretto legami indissolubili sin dal primo incontro. Ho imparato il prezioso valore della diversità e di quanto sia importante interagire con ciò che non conosciamo al fine di migliorare la nostra stessa persona. Come potrei dimenticare il sorriso di Liza, colei che illuminava le nostre giornate con il suo accento russo, Gemma, la spagnola che preparava ogni sera la tortilla di patatas, Caillum, proveniente, come diceva lui, dalla “beautiful country of Ireland” o ancora Noémi con il suo elegante accento francese.

Cosa hai imparato da quest’esperienza?

Abbiamo imparato l’importanza della condivisione, della collaborazione e soprattutto del supporto, riuscendo in tal modo a trascorrere il tempo nel migliore di modi possibili. È stata proprio questa stupenda opportunità di relazionarsi con persone così diverse da me e ricche di cose nuove da conoscere, la vera fortuna di tutto il programma.

Inoltre, ogni giorno ci aspettavano esperienze nuove fra cui l’indimenticabile ed emozionante celebrazione del 4 Luglio, un giorno in cui abbiamo potuto immergersi nell’essenza della cultura americana all’insegna di canti tipici, barbecue e partite di baseball.

Toccante è stato, poi quando ci siamo messi nei panni dei volontari del Refugee Development Center, dove abbiamo avuto la fortuna di entrare a contatto con rifugiati provenienti dai posti più remoti del mondo e desiderosi di trovare un futuro migliore nella cosiddetta “Land of Liberty”. Mai dimenticherò poi il sorriso della magnifica LaShawn, colei che è riuscita a dare vita a un progetto di sostegno ai più bisognosi del luogo nonostante le difficoltà date dal semplice colore della pelle, dalla sua omosessualità e malattia. Da quest’ultima, ho potuto assorbire l’importanza di battersi sempre per i propri obbiettivi e soprattutto impegnarsi, nonostante le risorse limitate, nel migliorare la vita di coloro che necessitano una mano.

Ogni giorno, abbiamo avuto la grande fortuna di comunicare e imparare da numerosi professori e studenti del luogo, riuscendo così a imparare nozioni fondamentali per la nostra formazione.

Indelebile nella mia mente è poi la famiglia Gasteyer con cui ho trascorso un’intera giornata, avendo la fortuna di sentirmi realmente parte di una vera e propria famiglia americana caratterizzata dal tanto dialogo, gioco e comprensione l’uno verso l’altro.

Ricordo ancora la commozione nel lasciare la cameretta dove tornavo ogni sera per riflettere e realizzare di star vivendo una tale profonda e intensa esperienza. Nonostante ciò, ricordo benissimo l’emozione che provai nel vedere la piccola Washington DC dal finestrino dell’aereo. Mi sentivo ancora più fiera di aver raggiunto un tale obiettivo e aver realizzato un sogno del genere. Realizzai, infatti, che ero ormai giunta nel cuore degli Stati Uniti e che avrei trascorso lì la mia ultima settimana, ponendo fine a una delle avventure più belle che avessi mai fatto.

Abbiamo passato i nostri ultimi giorni all’insegna di eventi organizzati nel centro della città dove abbiamo potuto stringere legami con i colleghi degli altri programmi di studio, all’insegna di gite turistiche nei luoghi come il Lincoln Memorial, la Casa Bianca o ancora il maestoso Washington Memorial, potendo così toccare con mano e vedere con i nostri stessi occhi i posti più iconici della storia americana.

Passammo così i giorni immersi in altrettante attività formative, avendo l’opportunità di approfondire le nostre conoscenze. Una di queste fu, ad esempio, la visita della magnifica Martin Luther King’s Library dedicata alla lotta per i diritti civili della popolazione afro-americana.