Intervista a Drita Velaj, vincitrice SUSI 2017

Siamo felici di pubblicare una seconda testimonianza di una borsista SUSI: Study of the U.S. Institutes (SUSI) for European Student Leaders.

Drita Velaj descrive con entusiasmo e partecipazione la sua breve, ma intensa esperienza negli Stati Uniti offrendoci un resoconto appassionato delle cinque intense settimane trascorse a Chattanooga, Tennessee.

Complimenti Drita e in bocca al lupo per i tuoi futuri progetti negli Stati Uniti.

Drita Velaj, 21 anni, è studentessa in “Economics and Banking” all’Università degli studi di Siena.

Drita dove sei stata?
Per la durata del programma SUSI di cinque settimane, ho trascorso quattro settimane in Chattanooga, Tennessee dove ho frequentato corsi alla University of Tennessee (UTC) e dove sono stata ospite al campus universitario. L’ultima settimana è stata dedicata agli study tours, ho visitato New York ed, infine, Washington DC.

Raccontaci com’è andata.
Potrei iniziare raccontandovi che 22 studenti europei, futuri leaders, si sono trovati insieme in una città del Tennessee negli Stati Uniti, non avendo ben chiara l’idea di cosa li aspettasse. E’ normale essere un po’ spaventati all’inizio di ogni avventura. Detta così sembra un po’ un esperimento “culturale” per vedere se è possibile la convivenza e l’integrazione di persone con culture e backgrounds differenti. Ed invece no, perché se hai un obiettivo comune con queste persone, se nel tuo piccolo hai voglia di fare qualcosa per migliore la società in cui vivi e se sei curioso di scoprire e conoscere, non importa da dove vieni, quel che importa è chi sei e che impatto positivo vuoi dare nel nostro mondo.

E così è stato: un po’ diversi culturalmente ma così simili umanamente. Ho condiviso questa incredibile esperienza con persone intraprendenti, motivate, curiose e soprattutto senza pregiudizi e preconcetti, che ho la fortuna di chiamare amici prima di tutto. Nonostante la breve durata del programma, è stato tutto molto intenso e professionale. La città di Chattanooga e l’università americana insieme a tutto lo staff, gli organizzatori ed i tutor ci hanno accolto calorosamente al nostro arrivo e ci hanno fornito ogni tipo di assistenza.

L’organizzazione del programma, dei corsi universitari e di tutte le attività che abbiamo svolto, è stata impeccabile, frutto di duro lavoro e passione. Abbiamo avuto la possibilità di lavorare e confrontarci con persone che ci hanno ispirato e motivato a fare del meglio per il nostro futuro e per le nostre comunità europee, ci hanno insegnato ad essere più determinati, un po’ più competitivi, a non arrendersi mai e soprattutto a sognare un po’ più in grande.
Abbiamo avuto l’opportunità di approfondire le nostre conoscenze sul Social Entrepreneurship e di sviluppare progetti di azienda sociale da implementare nelle nostre comunità europee.

Quali attività ricordi con più piacere?
Il viaggio a New York City rimarrà per sempre nel mio cuore. Fin da piccola è sempre stato il mio sogno nel cassetto ma allo stesso tempo è sempre stato un po’ un’utopia, visto che non è proprio da tutti permettersi un viaggio nella cara New York. Siamo stati quattro giorni ed abbiamo visitato numerose attrazioni turistiche e devo dire che lì ho subito un po’ lo shock culturale non avendo mai visto una città così grande e così diversa da quelle europee a cui sono abituata.
Inoltre, siamo stati ad Atlanta in Georgia dove abbiamo visitato la Coca-Cola e la sede della CNN, ad Huntsville in Alabama dove abbiamo visitato il museo dello NASA, a Nashville la capitale del Tennessee e della musica country ed infine a Washington DC dove abbiamo visitato i monumenti più famosi (Lincoln Memorial, National Mall ecc.) e molti musei.

Numerose sono state anche le attività a Chattanooga, dalla visite alle aziende locali alle attività di volontariato nelle varie associazioni no-profit; abbiamo partecipato ad una partita di baseball per poi vedere i fuochi d’artificio per il 4 di luglio, abbiamo visitato l’acquario, siamo stati a concerti che si tenevano in città ogni venerdì sera, abbiamo visitato il mercato locale, siamo stati in canoa e abbiamo organizzato divers

e cene internazionali cucinando i nostri piatti tipici. Abbiamo trascorso un week-end sparsi in famiglie americane per immergerci in pieno nella loro cultura e nei loro stili di vita. Posso affermare senza alcun dubbio che il divertimento non è mancato assolutamente!

Come descriveresti una giornata “tipo”?
La mattina potevamo andare alla mensa universitaria a fare la colazione che era la tipica colazione americana con uova strapazzate e salsicce o pancakes, altrimenti facevamo colazione nei nostri appartamenti dove avevamo la cucina. Alle nove avevamo lezione fino all’ora di pranzo. Le lezioni sono state molto interessanti; abbiamo approfondito temi sull’imprenditoria sociale, sul business model, sulla business strategy, sul management e la negoziazione ma anche temi riguardanti diversità ed integrazione. Spesso applicavamo la teoria ad esercitazioni pratiche e lavori di gruppo. Durante tutto il mese a Chattanooga, abbiamo lavorato in gruppi per sviluppare i nostri progetti di azienda sociale e ci siamo esercitati al “public speaking” per prepararci alla presentazione finale a Washington DC davanti al Dipartimento di Stato.

Dopo la lezione andavamo tutti insieme a pranzare alla mensa dove avevamo un’ampia scelta, dal cibo tipicamente americano come hamburger e patatine alla pizza, fino a trovare anche il reparto dove veniva cucinata al momento la pasta o le omelette.

Le attività pomeridiane erano diverse tutti i giorni, spesso andavamo a visitare aziende locali, incubatori d’impresa, start-up e community hub altrimenti facevamo attività di volontariato come con l’American Red Cross, con Habitat, con la Salvation Army e anche attività di volontariato al campus.
La sera cucinavamo nei nostri appartamenti e spesso organizzavamo cene internazionali, un modo per condividere le nostre culture e conoscerci meglio. Molte volte andavamo a cena fuori nei tanti ristoranti della città e partecipavamo alle varie attività che la città offriva come concerti all’aperto.
Il sabato era dedicato agli study tours e andavamo a visitare le grandi città mentre la domenica era il nostro giorno libero che ci permetteva di visitare e organizzare attività a nostro piacimento.

Come è cambiata la tua conoscenza della cultura americana?
Non mi sono mai fatta influenzare dagli stereotipi a cui siamo abituati vedendo la TV o i tipici film americani che ci fanno sognare con “l’American Dream”. Sono consapevole che si tratta di intrattenimento e spettacolo. Giudicare senza conoscere è controproducente e anche un po’ ignorante. Ho avuto la possibilità di conoscere direttamente il loro stile di vita, le loro idee ed il loro sistema sociale ed economico. Ovviamente ci sono molti aspetti positivi come molti negativi, questo un po’ in tutti i paesi del mondo. Ho avuto la possibilità di confrontarmi con diverse persone su questioni economiche (un po’ meno quelle politiche) e spesso sono riuscita a comprendere i loro punti di vista anche se non sempre li condividevo. Ho notato un certo rispetto per le opinioni e le idee altrui diverse dalle loro.
Ho molto apprezzato la loro accoglienza e il loro interesse a farci sentire a nostro agio il più possibile in qualsiasi situazioni e sempre pronti ad aiutarci con ogni tipo di assistenza.

Pensi di ritornare in negli Stati Uniti?
Mi piacerebbe molto tornare negli Stati Uniti, è un paese così grande che so che ho ancora molto da scoprire ed esplorare; in più, offre molte opportunità di lavoro e magari una volta conclusi gli studi qui in Italia, potrebbe essere una nuova esperienza da prendere in considerazione.