#ETAtoITA 2014: Gargi Chaudhuri – una testimonianza da Messina

Questa settimana siamo in tour per la Sicilia per presentare il Programma Fulbright e le opportunità di studio e ricerca negli States. Oggi saremo a Catania, domani invece ci troverete a Palermo e Messina. A Messina saremo accompagnati da Gargi Chaudhuri, Fulbright ETA (English Teaching Assistant) presso il Liceo “Emilio Anis” e l’ITES “A.M.Jaci” di Messina.

Gargi, studentessa di Harvard, offrirà a tutti i partecipanti una breve presentazione su quella che è certamente una delle più ambite università negli Stati Uniti – parliamo ovviamente di Harvard – e risponderà a tutte le domande e curiosità dei presenti.

Per l’occasione abbiamo raggiunto Gargi e le abbiamo fatto qualche breve domanda sul suo soggiorno di insegnamento a Messina.

 

Gargi Chaudhuri, Fulbright ETA to Italy

Fulbright Commission: Ciao Gargi, puoi raccontarci cosa stai facendo a Messina?

Gargi: Ciao, sono qui a Messina da fine Settembre 2014. Studio da tre anni lingua e cultura italiana alla mia università negli Stati Uniti e quindi pensavo fosse arrivato il momento di una vera e propria “cultural immersion” nel vostro Paese. Sono in generale un’appassionata di studi umanistici, di storia dell’arte e l’Italia è un paese essenziale per questi studi. Dal canto mio, cerco di far appassionare gli studenti alla mia lingua e alla mia cultura e spero proprio di starci riuscendo!

FC: Eri mai stata prima nel Sud Italia?

 G: No, mai! Ero stata solo a Venezia a 12 anni con la mia famiglia.

F: Come ti trovi a Messina?

 G: La mia esperienza ha decisamente richiesto un periodo di adattamento, ma è ricca di momenti bellissimi! Abituarmi ad un sistema scolastico decisamente diverso da quello in cui sono cresciuta ha richiesto un po’ di impegno. Devo dire che sia gli insegnanti che gli studenti di Messina sono stati estremamente affettuosi, comprensivi, e gentili; anche quando ho fatto qualche piccolo pasticcio tipo presentarmi alla classe sbagliata, nell’orario sbagliato! (oops!). Qualsiasi forma di “culture shock” io stia vivendo, devo dire che risulta incredibilmente smussata dalla proverbiale ospitabilità della gente del Sud. Nel capire sempre di più come funziona la scuola e cosa ci si aspetta da me come ETA, mi accorgo di riuscire a trarre sempre di più dai miei studenti. Allo stesso modo, spingendomi sempre di più ad esplorare la città, a parlare con gli italiani, e a cercare nuove attività che possono piacermi, trovo che la mia vita in Italia diventi ogni giorno più soddisfacente.

 

F: Cosa ti ha colpito di piu’ fino ad ora delle abitudini/usanze degli italiani con cui sei entrato in contatto?

 G: Sapevo benissimo quanto il cibo fosse una parte importante della cultura italiana, una sorta di arte a sè stante. Ma non mi sarei mai aspettata di che il cimentarmi io stessa in cucina e cercare di conoscere sempre di più del cibo italiano mi aiutasse così tanto a sentirmi un italiana. Ho cominciato un corso di cucina, che mi sta insegnando sempre di più dei piatti tipici italiani.Gli altri partecipanti al corso sono soprattutto adulti italiani, che come me vogliono imparare a cucinare dei piatti particolari, ma che sono al tempo stesso felici di insegnarmi tutto quello che sanno su certi cibi, su come si preparano, o su cosa è bene mangiare accompagnato da cosa…mi sembra di essere una privilegiata cui stanno elargendo tanti piccoli segreti su una delle cucine più rinomate al mondo. Dopo una lezione su biscotti e torte, per esempio, ho finalmente capito come chiamare quello che vedo nei banconi di pasticceria. Stamattina ho ordinato al bar un espresso e uno dei miei dolcini preferiti come una vera esperta, e nel farlo mi sono sentita un po’ più italiana! Non solo sapevo esattamente cosa avevo ordinato, ma sapevo anche di cosa era fatto… una sensazione tutta italiana, o meglio tutta siciliana!